venerdì 26 settembre 2014

Capitolo 2: il surreale del non-detto

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Immagina di tornare a casa, ad esempio dal lavoro (aspetta, me lo ricordo: cos'era? Ah, sì, quella cosa per cui si guadagnava). Torni dal lavoro, dicevo, e magari a casa c'è qualcuno che ti aspetta: una moglie, una fidanzata, un marito, un coinquilino che ti sta sulle palle… chiunque col dono della fonazione e con cui dividi un affitto. E costui, magari, è sinceramente contento di vederti; o comunque insomma, hai varcato la soglia dell'abitazione utilizzando le chiavi: non sarai uno sconosciuto. Avete vissuto, ovviamente, due giornate differenti.
Hai il quadretto? Un po' nostalgico, certo, ma è per rendere l'idea.
Ora, immagina questo dialogo.

Tu: Buondì, sono a casa!
Altro: Bentornato! Finalmente!
T.: E le ciabatte?
A.: scusa, le ho spostate in camera che ho pulito.
T.: (recuperi le ciabatte, torni in soggiorno)
A.: e insomma, com'è andata questa giornata?
T.: Oggi? Guarda, È SUCCESSA UNA COSA INCREDIBILE, SAI COSA MI HA PROMESSO IL CAPO?

E scappi a chiuderti in camera.
Sbirci nascosto sotto il letto. 
Conti le volte in cui tua moglie ti chiama.
Annoti le parole che usa per definirti, catalogando gli epiteti in complicati diagrammi.
Conti il tempo che passerà dal tuo urlo a quando si girerà la maniglia.
Conti le volte che la maniglia si aprirà.

La follia incarnata.

No.

È calare nella quotidianità extra-social i post dico-non-dico tanto cari alla comunicazione politica d'assalto, o al gossip più triste. Che peraltro, spesso, coincidono.

Quella cosa sempre uguale a se stessa, ripetuta allo sfinimento, una polvere pruriginosa che cosparge la comunicazione sui social network.

INCREDIBILE! GUARDA A CHI L'HA DATA LA MINISTRA BOSCHI! > segue link abbreviato malizioso tipo bit.ly/BoschiLaDa. 

Ovviamente si parlava della pratica sul Job Act, ma vuoi mettere così: click a palate, ads alle stelle, like e RT come piovesse. Poi chi se ne frega se centotrentamila allupati cliccano e restano, diciamo eufemisticamente, delusi.
Oh, ministra: se passi di qua sappi che eri solo l'esempio più semplice, eh. Se scrivevo LA IERVOLINO, chi legge non capiva; dai, su.

Io, nella vita reale, concepisco solamente una forma di dialogo in cui la feroce interruzione sul più bello ha una sua utilità pratica, quasi un senso supremo, una comunicazione portata ai massimi livelli. Quella di questo tipo: 


O sbaglio?



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